1)    Quando si deve eseguire l’intervento di chirurgia laser della prostata?

In caso di disturbi urinari tali da compromettere la qualità di vita del paziente e/o quando vi sono segni di sofferenza e alterazione anatomica acquisiti, secondari all’ostruzione urinaria cronica (vescica da sforzo, diverticoli vescicali, residuo urinario, calcolosi vescicale, etc.)

2)    Qual è la degenza media per intervento di Laser alla prostata?

La degenza media è di due giorni.

3)    E’necessario portare il catetere in seguito all’intervento?

Si, all’uscita dalla sala operatoria, il paziente è portatore di catetere vescicale

4)    Quanto tempo è necessario il catetere?

Solitamente il catetere viene tenuto in sede per 24-48 ore.

5)    Si ha dolore?

Si può avere un fastidio, più che un dolore, legato alla presenza stessa del catetere che, solitamente si riduce fino a scomparire alla rimozione del catetere.

6)    Effetti collaterali?

Gli effetti collaterali più frequenti sono:

–       la scomparsa dell’eiaculazione ovvero, rimuovendo il tessuto adenomatoso della prostata, il liquido seminale invece di essere emesso all’esterno, refluisce in vescica. Questa condizione non comporta alcun rischio per il paziente, ma è irreversibie

Inoltre:

–       nel post operatorio, anche per diverse settimane può essere presente una sintomatologia simil cistite (minzione frequente, sensazione di urgenza, bruciore minzionale) che con il tempo scompare progressivamente.

7)    Ci possono essere problemi di erezione?

In una piccola percentuale di pazienti è possibile che si verifichi un calo del tono erettivo. Tuttavia, la stragrande maggioranza dei pazienti non ha problemi di erezione.

8)    Che tipo di anestesia è necessaria?

Anestesia spinale, il paziente viene addormentato dall’ombelico in giù.

9)    C’è un laser migliore di un altro?

Il laser più diffuso è il laser ad Holmio, poi quello al Tullio ed infine il green light. Ognuno ha specifiche caratterisctiche ma tutti possono essere utilizzati in mani esperte secondo preferenza dell’operatore.

Questo per dire che non c’è un laser “migliore” rispetto ad un altro, ma che l’operatore sulla base della sua esperienza e delle caratteristiche del paziente e della prostata, può avvarsi di un laser rispetto ad un altro.

Il vantaggio della chirurgia laser è senz’altro rappresentata dalla possibilità di intervenire per via endoscopica in quasi tutte le condizioni di ipertrofia prostatica (volume prostatici anche molto significativi >100 cc) senza dover ricorrere alla chirurgia tradizionale a cielo aperto (adenomectomia transvescicale). Inoltre l’utilizzo del laser permette un eccellente emostasi riducendo molto il rischio di sanguinamento intra e perioperatorio. Pazienti fragili, che assumono anticoagulanti, possono sottoporsi ad intervento per la prostata senza dover sospendere le terapie in quasi tutti i casi.

Pertanto, risulta evidente come la chirurgia laser della prostata rappresenti un ulteriore evidenza dell’avanzamento tecnologico nella cura della patologia urologica.