Fin dall’inizio della pandemia, lo SARS-CoV-2 ha suscitato interrogativi non solo per gli effetti respiratori, ma anche per le conseguenze a lungo termine sulla salute sessuale e riproduttiva maschile. Numerosi studi clinici e preclinici hanno analizzato come l’infezione acuta, la risposta infiammatoria e le terapie utilizzate possano influire sul testosterone, sulla qualità dello sperma e sulla funzione erettile.
In questo articolo esploriamo le evidenze più recenti, distinguendo tra gli effetti temporanei e quelli potenzialmente duraturi, e offriamo indicazioni pratiche per chi ha contratto COVID-19 e desidera preservare la propria salute sessuale e riproduttiva.
Come il COVID-19 può colpire il sistema riproduttivo maschile
Il SARS-CoV-2 penetra nelle cellule attraverso il recettore ACE2, ampiamente espresso anche nel tessuto testicolare, in particolare nelle cellule di Leydig e nei tubuli seminiferi. Questa caratteristica spiega perché, in alcuni casi, l’infezione possa interessare direttamente i testicoli, causando:
- Infiammazione testicolare (orchite): casi clinici hanno riportato dolore e gonfiore, con possibili alterazioni temporanee della produzione ormonale.
- Alterazione del microambiente seminale: risposta infiammatoria locale con aumento di citochine pro‑infiammatorie che possono compromettere la spermatogenesi.
Oltre all’invasione diretta, la tempesta citochinica associata a forme gravi di COVID-19 può determinare un elevato stress ossidativo, che altera la struttura del DNA spermatico e riduce la motilità degli spermatozoi.
Quali cambiamenti nei livelli ormonali?
Diversi studi hanno documentato un calo transitorio di testosterone nei pazienti durante e subito dopo l’infezione:
- In una coorte di 150 pazienti maschi, i livelli di testosterone totale risultavano ridotti del 30% durante la fase acuta, con valori che tornavano nella norma entro 3‑6 mesi nella maggior parte dei casi¹.
- La relazione tra il calo di testosterone e la gravità della malattia suggerisce che forme più severe (ricovero in terapia intensiva) siano associate a una ripresa ormonale più lenta².
Il monitoraggio ormonale post‑infezione è pertanto consigliato in presenza di sintomi quali affaticamento marcato, riduzione della libido o sintomi depressivi.
Effetti sulla qualità dello sperma
Lo spermiogramma eseguito entro 30–90 giorni dalla negativizzazione ha mostrato, in alcuni studi, una riduzione di:
- Concentrazione spermatica: diminuzione media del 20–25% rispetto ai valori pre‑infezione³.
- Motilità: riduzione della percentuale di spermatozoi mobili del 15–20%.
- Aumento della frammentazione del DNA: come segnale di danno ossidativo.
Tali alterazioni tendono a migliorare spontaneamente in 2–4 mesi, parallelamente alla normalizzazione dei parametri ormonali, ma in una quota ridotta di pazienti (circa il 10%) permangono alterazioni più durature⁴.
COVID-19 e disfunzione erettile
La disfunzione erettile (DE) post‑COVID può dipendere da diversi fattori:
- Danno vascolare: l’endotelio dei vasi cavernosi può essere colpito sia dal virus sia dalla risposta infiammatoria sistemica.
- Stress psicologico: ansia e depressione legate alla malattia o all’isolamento possono incidere sulla funzione sessuale.
- Terapie e farmaci: alcuni trattamenti impiegati in terapia intensiva, come i sedativi o i corticosteroidi, possono avere effetti collaterali sulla funzione erettile.
Una survey su 1.200 uomini guariti da COVID‑19 ha evidenziato che il 15% lamentava DE a tre mesi dalla guarigione, percentuale salita al 30% tra i pazienti ricoverati in UTI⁵. L’approccio consigliato combina valutazione andrologica, supporto psicologico e, se necessario, terapia con inibitori della PDE5.
Quando fare una valutazione specialistica?
È importante rivolgersi a uno specialista se, dopo la guarigione da COVID-19, si manifestano:
- Sintomi persistenti quali stanchezza cronica, calo del desiderio sessuale o disfunzione erettile.
- Esiti di orchite o dolore testicolare prolungato.
- Alterazioni seminali documentate da spermiogrammi.
Il Dr. Izzo, andrologo e sessuologo, consiglia un percorso di follow‑up che includa ecografie scrotali, dosaggi ormonali (testosterone totale e libero, LH, FSH) e spermiogrammi di controllo a 3 e 6 mesi dalla guarigione.
Strategie di recupero e prevenzione
Per sostenere la ripresa della salute sessuale e riproduttiva dopo COVID-19, si suggeriscono:
- Stile di vita sano: attività fisica regolare, alimentazione equilibrata e controllo del peso.
- Antiossidanti e micronutrienti: in accordo con lo specialista, integrazione di vitamina C, vitamina E, zinco e CoQ10 per contrastare lo stress ossidativo.
- Supporto psicologico: gestione dello stress e dell’ansia per ridurre l’impatto sulla funzione erettile.
- Monitoraggio continuo: controlli periodici per valutare la normalizzazione dei parametri ormonali e seminali.
Conclusioni
L’infezione da COVID-19 può influenzare in modo significativo la salute sessuale e riproduttiva maschile, ma nella maggior parte dei casi gli effetti sono transitori e migliorano con un adeguato follow-up. Un approccio multidisciplinare che unisca andrologia, endocrinologia e supporto psicologico rappresenta la strategia migliore per recuperare pienamente la funzione ormonale e sessuale.
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Riferimenti bibliografici
- Ma L, Xie W, Li D, et al. Effect of SARS-CoV-2 infection upon male gonadal function: A single center-based study. MedRxiv. 2020.
- Rastrelli G, Di Stasi V, Inglese F, et al. Low testosterone levels predict clinical adverse outcomes in SARS-CoV-2 pneumonia patients. Andrology. 2021.
- Donders GG, et al. Effect of COVID‑19 on semen parameters and reproductive hormones: a pilot study. Fertil Steril. 2021.
- Holtmann N, Edimiris P, Andree M, et al. Assessment of SARS-CoV-2 in human semen—a cohort study. Fertil Steril. 2020.
- Sansone A, Mollaioli D, Ciocca G, et al. Prevalence of sexual dysfunctions after COVID‑19 infection: a cross‑sectional study. J Sex Med. 2021.

