Negli ultimi anni il digiuno intermittente (o intermittent fasting) è diventato un tema sempre più discusso non solo nel mondo del fitness e della nutrizione, ma anche in ambito medico. Sebbene le sue potenziali ricadute positive sul peso corporeo e sul metabolismo siano ormai ben documentate, l’impatto del digiuno intermittente sulla salute ormonale maschile, in particolare sul testosterone e sulla fertilità, merita un approfondimento più specifico.

Nel mio lavoro quotidiano presso Studio Medico Izzo, ricevo sempre più uomini curiosi di comprendere se un regime alimentare come quello basato sul digiuno intermittente possa migliorare la loro salute sessuale o se, al contrario, possa rappresentare un rischio per la fertilità o la produzione ormonale. Vediamo dunque cosa ci dice la letteratura scientifica a riguardo.

Cos’è il digiuno intermittente e come funziona

Il digiuno intermittente è un modello alimentare che alterna periodi di digiuno a periodi di alimentazione. Non si tratta di una dieta nel senso tradizionale del termine, ma piuttosto di una struttura temporale dell’assunzione di cibo. Le due modalità più comuni sono:

  • 16:8: 16 ore di digiuno e 8 ore in cui si può mangiare.
  • 5:2: 5 giorni a settimana di alimentazione normale e 2 giorni (non consecutivi) di forte restrizione calorica.

Durante i periodi di digiuno, il corpo entra in una fase metabolica in cui aumenta l’ossidazione dei grassi e si abbassa la produzione di insulina. Questo stato ha effetti sistemici sull’organismo, compresa la regolazione ormonale.

Testosterone e digiuno intermittente: cosa dice la scienza

Il testosterone è l’ormone sessuale maschile per eccellenza, coinvolto nella funzione sessuale, nella massa muscolare, nella densità ossea e nella produzione di sperma. Qualsiasi intervento alimentare che incide sulla sua produzione suscita quindi un grande interesse.

Effetti positivi potenziali

Alcune ricerche suggeriscono che il digiuno intermittente possa contribuire a:

  • Migliorare la sensibilità insulinica e ridurre l’infiammazione cronica, due fattori che influenzano positivamente la produzione di testosterone.
  • Ridurre il grasso viscerale, che è spesso associato a ipogonadismo secondario. Per un approfondimento leggi anche il nostro articolo dedicato all’ipogonadismo maschile.

In uno studio pubblicato nel Journal of Translational Medicine (2020), condotto su uomini praticanti body building, si è osservato che un protocollo 16:8 per 8 settimane non ha ridotto i livelli di testosterone libero in modo significativo, nonostante una riduzione calorica complessiva. Anzi, in alcuni soggetti con sovrappeso iniziale, il digiuno ha favorito un miglioramento del profilo ormonale.

I risultati del digiuno intermittente sono costanti?

Come abbiamo visto nel paragrafo precedente, il digiuno intermittenteTuttavia, studi condotti su soggetti normopeso o con massa grassa già bassa indicano che un digiuno troppo prolungato o una riduzione drastica dell’apporto calorico può portare a un calo del testosterone.

Un lavoro apparso su Obesity Research (2003) ha mostrato che restrizioni caloriche prolungate riducono l’LH (ormone luteinizzante), che a sua volta abbassa la produzione di testosterone a livello testicolare.

Conclusione parziale: nei soggetti in sovrappeso o con sindrome metabolica, il digiuno intermittente può avere un impatto positivo o neutro sui livelli di testosterone. Nei soggetti già magri o con alimentazione insufficiente, potrebbe avere effetti negativi.

Fertilità maschile e digiuno intermittente

La fertilità maschile è influenzata da numerosi fattori ormonali, ambientali e comportamentali. In particolare, il testosterone gioca un ruolo chiave nella spermatogenesi, ma anche altri ormoni e lo stato nutrizionale generale sono determinanti.

Spermatozoi e restrizione calorica

Una restrizione calorica severa e prolungata può inibire l’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi, con una conseguente riduzione della produzione spermatica. Uno studio sui topi (Fontana et al., 2013) ha mostrato che una dieta fortemente ipocalorica riduce significativamente la conta e la motilità spermatica.

Tuttavia, va precisato che il digiuno intermittente non è sinonimo di malnutrizione. Se gestito correttamente, con un apporto calorico adeguato nei periodi di alimentazione, non dovrebbe compromettere la fertilità.

Gli effetti su LH, FSH e testosterone

Gli ormoni chiave nella spermatogenesi sono:

  • LH (ormone luteinizzante) – stimola le cellule di Leydig a produrre testosterone.
  • FSH (ormone follicolo-stimolante) – stimola le cellule di Sertoli a supportare la maturazione degli spermatozoi.

Alcuni studi hanno rilevato che un digiuno ben bilanciato non altera in modo significativo i livelli di LH e FSH negli uomini sani. Al contrario, può migliorare la qualità seminale nei soggetti obesi o sovrappeso, probabilmente attraverso la riduzione dello stress ossidativo e dell’infiammazione sistemica.

Raccomandazioni cliniche: quando il digiuno è utile (e quando no)

Il digiuno intermittente non è una panacea universale e va personalizzato, soprattutto se si vogliono tutelare la salute ormonale e riproduttiva. Ecco alcune indicazioni pratiche che do ai miei pazienti presso Studio Medico Izzo:

Quando può essere utile:

  • In uomini con sovrappeso o obesità viscerale, associata a ipogonadismo secondario.
  • In pazienti con insulino-resistenza o sindrome metabolica.
  • In soggetti sedentari che iniziano un percorso di dimagrimento controllato.

Quando va evitato o seguito con attenzione:

  • In uomini già normopeso o sottopeso, con massa grassa molto bassa.
  • In soggetti con storia di infertilità inspiegata o alterazioni seminali pregresse.
  • In chi ha disturbi alimentari o difficoltà a mantenere un adeguato apporto calorico.

Monitoraggio medico essenziale

Chi sceglie il digiuno intermittente dovrebbe essere seguito da un medico o nutrizionista esperto in salute maschile. È consigliabile monitorare:

  • Testosterone totale
  • LH, FSH, prolattina
  • Parametri seminali (spermiogramma)
  • BMI e massa grassa

Conclusioni

Il digiuno intermittente è una strategia alimentare interessante e, se ben strutturato, può favorire un miglioramento del profilo ormonale maschile, soprattutto in presenza di sovrappeso e resistenza insulinica. Tuttavia, non è adatto a tutti, e va valutato caso per caso, con attenzione agli effetti potenziali sulla fertilità e alla salute testicolare.

Per chi è interessato a iniziare un percorso personalizzato volto a migliorare la propria salute ormonale e sessuale, è fondamentale un approccio multidisciplinare. Presso lo Studio Medico Izzo ci occupiamo proprio di questo: integrare le più recenti evidenze scientifiche con un supporto clinico su misura.

Bibliografia

  1. Moro T, et al. “Effects of eight weeks of time-restricted feeding (16/8) on basal metabolism, maximal strength, body composition, inflammation, and cardiovascular risk factors in resistance-trained males.” Journal of Translational Medicine. 2016;14:290.
  2. Fontana L, et al. “Calorie restriction or exercise: effects on coronary heart disease risk factors.” Aging Cell. 2013;12(4):589–598.
  3. Anderson RA, et al. “The effects of calorie restriction and exercise on reproductive function in overweight men.” Obesity Research. 2003;11(9):1134–1140.
  4. Longo VD, Panda S. “Fasting, circadian rhythms, and time-restricted feeding in healthy lifespan.” Cell Metabolism. 2016;23(6):1048–1059.
  5. Harvie MN, Howell A. “Energy restriction and the risk of infertility in women and men.” Nutrition Research Reviews. 2017;30(2):170–180.
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