Alcuni uomini la ritengono un giudizio sulla porpria mascolinità. Un tema poco discusso in pubblico o sui media, ma che colpisce una percentuale crescente della popolazione: l’infertilità maschile.

Molti uomini trascorrono molto tempo della propria vita provando, ma non riuscendo ad avere figli, a volte senza aver nessuna disagnosi relativa a problematiche di fertilità.

Altri uomini invece non riescono ad avere figli e scoprono solamente dopo di avere dei valori non compatibili con la fertilità, quando la paura di non riuscire ad avere figli sopraggiunge a tal punto da convicersi ad effettuare dei test. Uno studio completo pubblicato lo scorso anno dall’Università Ebraica di Gerusalemme suggerisce che il numero di spermatozoi tra gli uomini occidentali si è più che dimezzato negli ultimi 40 anni. Ci sono stati molti altri studi che hanno raggiunto conclusioni simili, ma questo è stato di gran lunga il più vasto. Secondo gli esperti del settore, fino a un giovane su cinque oggi possiede un basso numero di spermatozoi e circa uno su due è al di sotto dell’optimum.

Il numero di spermatozoi varia enormemente, da zero spermatozoi per millilitro (spm) di sperma a 250 milioni o più. Al di sopra di 40 spm c’è aumento di fertilità ma, al di sotto di questa cifra, il grafico della fertilità precipita. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità , un conteggio inferiore a 15 milioni di spm è basso, definito come ciò che viene chiamato oligozoospermia, il che significa che è probabile che ci siano difficoltà a concepire e che la difficoltà aumenta notevolmente man mano che il conteggio si avvicina allo zero.

Uno studio svoltosi a Edimburgo ha mostrato che il numero di spermatozoi è diminuito da una media di 100 milioni di spermatozoi nel 1950 a 50 milioni di spermatozoi nel 1990. Un altro studio condotto tra i donatori di sperma in Francia ha suggerito che i livelli di spermatozoi sani stavano scendendo del 2% all’anno. Sono numeri questi che incoraggiano in alcuni la postulazione di scenari apocalittici, familiari alla fantascienza, in cui l’umanità rischia l’estinzione. Noi affrontiamo l’argomento dal punto di vista scientifico.

L’infertilità maschile rappresenta circa la metà di tutta l’infertilità globale, tuttavia è stata storicamente percepita sia nell’immaginazione popolare che nella pratica medica come in gran parte una questione femminile. Mentre le donne usufruivano di ginecologi e ostetriche, specialisti formati nella riproduzione femminile, non esisteva anni fa un equivalente per gli uomini.

La maggior parte degli esperti concorda sul fatto che il calo della fertilità sia reale, ma nessuno ha davvero un’idea chiara di cosa lo stia causando. Sono state avanzate diverse teorie: obesità, fumo, stress.

Alcuni studiosi vanno controcorrente e sono più scettici sulla diminuzione della fertilità maschile. Mettono in dubbio l’accuratezza di molti degli studi, in particolare quelli che si confrontano con le statistiche precedenti, quando le tecniche erano meno sviluppate ei risultati meno attendibili. Sottolineano inoltre che i livelli di spermatozoi possono scendere molto senza compromettere la fertilità della maggior parte degli uomini.

Questi studiosi parlano infatti di una crisi causata dall’età crescente dei genitori, piuttosto che dalla diminuzione della fertilità.

Oggi si sa che la principale causa di infertilità maschile è un disturbo chiamato varicocele, che si tratta di un nodo di vene varicose presenti nei testicoli. Circa il 40% degli uomini infertili ha il varicocele, anche se non sempre compromette la fertilità: anche il 15% degli uomini fertili mediamente ha il varicocele. Questa patologia crea un ristagno di sangue nella microcircolazione che riscalda i testicoli fino a quattro gradi, fatto che può causare danni significativi allo sperma.

Il varicocele si può diagnosticare con un esame fisico, ed è facilmente escluso se si fa un’ecografia. Ma molto spesso gli uomini non effettuano nessun controllo e le ecografie, che sono standard per indagare sull’infertilità femminile, sono impiegate molto raramente sugli uomini. Oggi infatti il lavoro diagnostico sugli uomini raramente va oltre l’analisi del seme standard.

Risvolti Psicologici

Gli uomini che scoprono di essere sterili spesso sviluppano un senso di fallimento e sentono che perderanno un’importante esperienza di vita. Gli effetti emotivi dell’infertilità maschile sono comuni, ma il supporto professionale di un sessuologo può aiutare sicuramente a fare dei passi in avanti nel trattamento di quella che viene definita depressione da infertilità maschile.

Spesso gli uomini si sentono persino a disagio nell’esprimere depressione e tristezza, quindi le loro reazioni esteriori possono rivelarsi come rabbia verbale, una modalità di espressione socialmente più accettabile. Quando la rabbia si trasforma in altre emozioni meno confortevoli, come il dolore e la tristezza, gli uomini possono chiudersi ulteriormente e reprimere qualsiasi risposta emotiva.

Quando un uomo riceve una diagnosi di infertilità maschile, spesso si sente responsabile dell’infertilità, soprattutto se la condizione si riferisce a un evento accaduto precedentemente. Ad esempio, gli infortuni sportivi, le malattie infantili e altri fattori che possono aver contribuito diventano facili cause di disprezzo e frustrazione.

Inoltre in caso di infertilità maschile, il senso di colpa è una risposta comune. Gli uomini sono convinti che le loro mogli vogliono dei figli e il senso di colpa nasce perché si sentono come un ostacolo a quel desiderio. Razionalmente è illogico prendersi la colpa, in questo caso è importante stare vicino al partner il più possibile, ricordandosi che è un percorso da fare in due.